13 nov 2020

Idee regalo per bambini (7+)

 


Cosa si può regalare ai bambini per Natale?


 

 

 

Il Natale si avvicina e, in tempi di coronavirus con molti negozi e centri commerciali chiusi, lo shopping natalizio sarà sicuramente online. Perchè non giocare d'anticipo e approfittare del Black Friday per mettere sotto l'albero un dono speciale e al tempo stesso risparmiare!

E' vero però che a volte le idee scarseggiano, non sappiamo da dove iniziare la ricerca sul web, vorremmo fare un regalo diverso dal solito, divertente ma che stimoli la mente e la curiosità del nostro bambino, sorprendente ma non troppo costoso... insomma, spesso i regali ci mandano in crisi...

Per questo ho pensato di realizzare una lista di idee regalo per bambini dai 7 anni in sù, sulla base dei regali che mio figlio ha apprezzato di più negli ultimi anni.  

(Mi preme precisare che si tratta di articoli che si possono acquistare online e che gni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link presenti nel testo, Nuova Consapevolezza riceve una commissione senza alcuna variazione del prezzo finale).

BUONI ACQUISTI A TUTTI!!!



 

 

Questo gioco ha avuto un vero successo: ci abbiamo giocato tutti i giorni delle festività natalizie scorse, durante il viaggio in nave, in pizzeria e persino durante l'attesa dal dentista. Ovunque insomma! Davvero consigliatissimo per tenere la mente allenata divertendosi.

Speedy words è la rivisitazione del classico gioco "Nomi, cognomi, città..." in versione tascabile: 60 carte rotonde, stampate fronte-retro + 1 libretto istruzioni di 4 pagine. Le 10 diverse categorie sono stampate su un lato della carta, le iniziali, di tre diversi colori, dall'altro. Si gira la carta e via! Il più veloce a dire una parola di quella categoria con l'iniziale del corrispondente colore conquista la carta. Alla fine, chi ha più carte vince!

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    Ero molto indecisa se comprare o meno questo gioco, non mi sembrava adatto a bambini della sua età (8 anni). Ma mio figlio lo desiderava tanto e così ho approfittato dell'offerta e glielo ho regalato. A lui piace tantissimo. La Cucaracha è un gioco per bambini a partire dai 6 anni, sviluppa la velocità di reazione e la capacità di osservazione e grazie all'alta rigiocabilità non annoia mai e risulta un regalo ottimo per ogni occasione.

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    Sono davvero bellissimi i soggetti stampati su queste magliette e felpe. Mio figlio adora questa con il lupo dagli occhi di diverso colore, ma ce ne sono davvero per tutti i gusti.
    • Regalo perfetto per bambini e ragazzi che amano casual hip hop stile rock
    • T-Shirt Stampata in 3D Su Entrambi i lati.

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 Bellissimo gioco da tavolo, per bambini ma assicuro che si divertono anche gli adulti!! Lo scopo del gioco è far indovinare ai membri della tua squadra una parola senza parlare, ma mimandola. Ciak, si indomima! Forma due squadre e fai indovinare ai tuoi compagni le parole misteriose riportate sulla carta con il solo uso dei gesti. Ma fai in fretta perché il tempo è tiranno e se non indomimi in tempo, il ciak si inghiottirà la carta e i punti della tua squadra. Manche dopo manche, la suspance crescerà ad ogni mimo in una vera lotta contro il tempo. Metti alla prova le tue capacità attoriali e drammatiche con i tuoi amici e scopri chi sono i veri attori del gruppo! Da 8 anni in su.

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Un altro gioco da tavolo davvero divertente: la sfida è dare 3 corrette risposte in soli 5 secondi, prima che la pallina raggiunga la fine della spiro clessidra. Tutte le carte iniziano con “Dimmi 3", per esempio "dimmi 3 gusti di yogurt", "3 deserti", "3 modi per dire che devi andare alla toilette", "tre cose che mai diresti ai tuoi genitori"... alcune facile, altre meno. Io ho tolto le più difficili per consentire al mio bambino di partecipare senza frustrazione.
376 carte-domanda per un totale di 752 domande, 12 carte passo e 12 carte cambio per appassionanti sfide in famiglia.  

  • IL MANUALE DELLE 50 AVVENTURE                                                   

    Non sempre i libri sono graditi e apprezzati dai bambini, ma questo non è il solito libro, è una guida, un diario da cui non vorranno separarsi. Io lo a vevo preso in prestito in biblioteca prima di partire per la vacanza in campeggio e si è rivelato davvero sorprendente: è un manuale per avventurieri da portare sempre con te a caccia della prossima avventura. Al rientro dalla vacanza ho restituito il libro alla biblioteca e ne ho acquistato uno in modo che mio figlio potesse personalizzarlo senza paura di rovinarlo (c'è anche una busta che va aperta solo dopo aver completato tutte le sfide). La prima avventura è "dare da mangiare a 7 animali selvatici": mio figlio era davvero entusiasta! Consigliatissimo!

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    • AEREI ALIANTE IN VOLO

       

      Ai tempi del coronavirus, anche giocare al parco con i coetanei è diventato "pericoloso", vietato... e se prima nei momenti trascorsi in mezzo alla natura la noia non era invitata, ora accade che i bambini siano frustrati, impauriti, annoiati. Ho comprato questi modellini da portare con noi al parco e il divertimento non si è fatto attendere. Sono ultraleggeri ma robusti, compiono dei voli acrobatici di media distanza. Sono realizzati con materiali atossici, sono aerodinamici e facili da assemblare.

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      • LEGO NINJAGO DRAGONE DELLA TEMPESTA


        Indubbiamente i mattoncini Lego sono intramontabili e sempre molto graditi dai bambini. Mio figlio è un appassionato e ne ha ricevuti in regalo veramente tanti, ma tra i suoi preferiti c'è proprio il dragone della tempesta. La confezione include 4 minifigure Lego: Jay, Zane, Strisciaragno e Muzzo, e le armi: la Lama Dragonbone collezionabile, il kusarigama e il tantō di Jay, la katana e l’arco e la freccia costruibili di Zane, la Catena Vengestone di Strisciaragno e la spada costruibile, la katana e la lancia costruibili di Muzzol. 

      Questo zaino è un'ottima idea regalo. Mio figlio ha ricevuto molti complimenti per il suo zaino che si illumina al buio.  Ha una capacità di 35 Litri, abbastanza capiente, per lui che frequenta la 4 elementare è sufficiente. Include un astuccio per le matite, lucchetto, ciondolo portachiavi e cavo Usb. Dotato di doppia cerniera, cinghie rinforzate e confortevoli, tasca con cerniera nella parte anteriore che mio figlio utilizza per la merenda, e due tasche laterali. Materiale: tessuto Oxford tessuto; fodera in poliestere. Ottimo il prezzo!

23 ott 2020

Storie per stimolare l'intelligenza emotiva di nostro figlio


"Sviluppare la nostra intelligenza emotiva e quella dei nostri bambini, figli o alunni, è un impegno edicativo, sociale e politico!"

 

"Comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri è un processo che richiede allenamento continuo finchè non diventa un'abilità automatica, come la lettura", scrive Carmela Lo Presti nel suo libro "L'alfabeto delle emozioni". Ma per poter allenare emotivamente i nostri figli è necessario mettersi in discussione sulle proprie competenze emotive e acquisire quelle che si vogliono fare acquisire al bambino.


Per fare ciò Carmela Lo Presti propone un percorso educativo per l'alfabetizzazione emotiva valido sia per i bambini che per gli adulti. Attraverso storie emozionanti da leggere con i bambini, anche supportate da brani musicali, e tanti giochi con le carte delle emozioni il bambino o l'adulto si allena a riconoscere le emozioni, a esprimerle e a contestualizzarle.

Come l'autrice precisa, tutti i giochi presentati nel libro sono stati da lei ideati, progettati e realizzati per e con i bambini, e ampiamente sperimentati nei nidi, nelle scuole dell'infanzia e nelle scuole primarie, e nascono dalla rielaborazione di tecniche della Programmazione Neuro Linguistica.

Riporto due storie che ho letto al mio bambino: oltre ad averlo fatto sorridere, ci hanno dato l'occasione per parlare delle risorse "nascoste" dentro di noi che aspettano solo di essere liberate per poterci supportare nei momenti di difficoltà.

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Il semino Chiccolino*

Un semino di nome Chiccolino, cammina cammina, inciampa e cade in una cacca di cane.

"Che puzzo, che schifo"! Bleah! Bleah!" comincia a dire e quando si accorge di essere tutto sporco di quella cacca puzzolente prima si arrabbia e mette il broncio e poi s'intristisce e piange.

Non sapeva più cosa fare. Allora comincia a riflettere, si rilassa e si ricorda che nel suo cuoricino c'è nascosta la scatola dei tesori. Da quello scrigno meraviglioso tira fuori una polvere d'oro e subito si sente coraggioso. E mentre sta tutto immerso in quella cacca lì... mah ... che succede? Meraviglia! Dai piedini spuntano dei fili lunghi lunghi: sono le sue radici!

Chiccolino, però, vorrebbe vedere la luce del sole; cerca di uscire ma, spingi, spingi e spingi, niente! Non ci riesce proprio: sente un peso sopra la testina e pensa "Forse... non uscirò più da qui!".

Allora comincia ad avere un pò di paura.

"Qui ci vuole ancora un pò di quella polverina d'oro che mi dà coraggio e credo proprio che ci vorrà anche un pò di quell'altra polverina rossa. Sono certo che mi aiuterà", dice fra sè Chiccolino. Subito la estrae dal suo cuoricino e ... che forza ragazzi!

Dalla testina spuntano le prime foglioline verdissime, sempre più lunghe.

Che bello! Il sole, il vento, la pioggia, il profumo dei fiori... Chiccolino può finalmente vedere tutto questo e pensa: "Che felicità, quanti amici, quante piantine intorno a me!". E rivolgendosi a loro dice: "Vogliamo ballare? Vogliamo dondolare?". E tutti insieme si uniscono in girotondo.

La farfallina triste*

C'era una volta una farfallina che era tanto triste perchè sin dalla nascita le sue ali erano sempre state bianche, mentre le altre farfalle che vedeva volare dalla finestra erano tutte colorate.

Un giorno decise di uscire e, con molta meraviglia, vide che il prato lì vicino era tutto fiorito: c'erano fiori gialli, rossi, blu ... erano come un meraviglioso e magico tesoro a disposizione di tutti.

Sentì subito il desiderio di raccogliere i fiori e così fece un bel mazzolino. Era proprio felice di possedere quel tesoro magico, ma, ad un certo momento, due ragazzini con un retino la catturarono!

La farfallina, spaventata, cercò di liberarsi, ma ogni suo tentativo risultò inutile. Si ricordò allora del suo mazzolino magico: tirò fuori il fiore rosso e mangiò i suoi petali. 

Immediatamente le sue ali incominciarono a tingersi di rosso. La sua paura si trasformò in rabbia e così i ragazzini scapparono lasciandola libera.

Scossa da quella brutta avventura, scappò e si posò in terra, ma si accorse dallo sgradevole odore si essersi adagiata sopra... la cacca di un animale! Che disgusto! Che schifo! Allora si mise in bocca un petalo del fiore blu e si sentì subito tranquilla...

Assaggiò anche il fiore della fantasia che era giallo come il limone. Poi si avvicinò ad uno specchio d'acqua per bere un pò ... e, meraviglia delle meraviglie, era tutta colorata e si sentiva più forte, più fantasiosa, più coraggiosa...

Che felicità! Adesso poteva volare insieme alle altre farfalle sentendosi bellissima.

*Tratto da L'alfabeto delle emozioni, Carmela Lo Presti

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Oltre a queste due storie, consiglio anche la lettura della storia di Raffi l'aquila bianca di Claudia Rainville e Riccardo Geminiani, un racconto emozionante e motivazionale, che parla di tristezza e solitudine ma anche di coraggio, di perdono, di amicizia e fiducia in sè stessi. L'ho regalato a mio figlio quando aveva 5 anni e ancora adesso dopo 4 anni è una dei libri che preferisce.






Il gatto di Natale

Magnesio bisglicinato

 

14 ott 2020

Educare con l'intelligenza emotiva: come e perchè aiutare i nostri figli a gestire le emozioni

 


L'educazione dei figli è uno degli aspetti della genitorialità che maggiormente preoccupa e genera interrogativi e dubbi, la parte più delicata dell'essere genitori. Anche io come mamma mi pongo numerose domande, leggo libri e sperimento nuovi approcci, ma sono anche consapevole che in tema di educazione non esistono ricette infallibili o soluzioni miracolose universalmente valide: nostro figlio è unico e nessuno meglio di noi lo conosce e può aiutarlo a diventare un adulto sereno e felice. La psicoterapeuta Isabelle Filliozat nel suo libro "Le emozioni dei bambini", scrive: "Le certezze altrui non vi aiuteranno. Troverete una soluzione nel dialogo con vostro figlio andando a tastoni, sperimentando". 

Grazie a diverse buone letture, ho anche appreso quanto sia importante per un bambino sentire che le sue emozioni vengono rispettate, ascoltate e accolte. Reprimere le emozioni o mascherarle per renderle socialmente accettabili è pericoloso: la tristezza, la rabbia e la paura possono non piacerci, ma in realtà sono essenziali. La chiave è imparare a gestirle. Le emozioni hanno bisogno di essere liberamente espresse, ma la maggior parte delle persone trova sconveniente mostrarle in pubblico, anche quando sono appropriate: "se la sofferenza non si vede non vuol dire che non esista, può far male a lungo se non ha lo spazio per essere espressa", scrive Filliozat.

E' importante dare a nostro figlio il permesso di esprimere le sue emozioni, di sfogare le sue frustrazioni. In questo modo gli comunichiamo il suo diritto ad essere se stesso, diverso da noi, e lo aiutiamo a sviluppare il suo quoziente emotivo.

Sempre più spesso si sente parlare di intelligenza emotiva e dell'importante ruolo che gioca nella crescita serena di ogni bambino: in questo articolo cercheremo di capire cos'è e come aiutare i nostri figli a svilupparla.

Intelligenza emotiva: cos'è

E' quella forma di intelligenza che permette di percepire, esprimere, comprendere e gestire le emozioni. "L'intelligenza emotiva permette al bambino di accrescere la sua autostima, di saper controllare le sue emozioni, elaborare pensieri costruttivi e instaurare sane relazioni sociali", afferma Sonia Martínez Lomas, psicologa e fondatrice dei centri "Crece Bien" (scuole per lo sviluppo emotivo e sociale), che nel suo libro "Descubriendo emociones" parla dell'importanza di educare e stimolare l'intelligenza emotiva addiritura sin dal grembo materno. Durante l'infanzia poi la gestione delle emozioni è un apprendimento fondamentale, la base di tutti gli altri. La nostra felicità, la nostra crescita equilibrata, il nostro benessere psichico dipendono da questo. 

 "Quando ero incinta del mio primo figlio, mi auguravo che fosse buono senza essere servile, sicuro e a suo agio con gli altri senza essere dominatore, coraggioso e intraprendente senza essere orgoglioso o cinico... felice con sè stesso e con gli altri. Mi auguravo che possedesse l'intelligenza del cuore", scrive la dottoressa Filliozat. 

Le emozioni abitano il nostro cuore dal momento in cui si forma, ma i bambini devono imparare a comprenderle, non sono in grado di dominarle perchè il loro cervello è ancora in fase di maturazione. Lui vede il mondo con i suoi occhi e lo interpreta con le informazioni incomplete che possiede. E' importante non giudicare le sue reazioni, non minimizzare ciò che prova.

Non si tratta di cambiare le emozioni, e tantomeno di evitarle ma di comprenderle: “Se non le capiamo, come potremo gestirle? E inoltre se non sappiamo a cosa servono ci infastidiranno e cercheremo di evitarle. Mentre, se le conosciamo e dedichiamo del tempo a parlarne con i nostri figli è probabile che tutto sia più facile", afferma Sonia Martinez.

Qual'è il primo passo per aiutare i nostri figli a gestire le emozioni?

Quale genitore non vuole vedere suo figlio felice? Per questo dobbiamo conoscere per capire, capire per essere empatici ed empatici per aiutarli, afferma Sonia Martinez.

E' fondamentale considerare le emozioni dei nostri figli come qualcosa di naturale, positivo, che li aiuta nella loro crescita, non sono nemici, anche se a volte non sono gradevoli per una mamma o un papà. A noi genitori non piace vedere i figli soffrire, vorremmo fossero sempre felici e ci angoscia vederli piangere o stare male, perchè consideriamo la rabbia o la tristezza emozioni negative. Ma "le emozioni non sono positive o negative; tutte sono necessarie perchè hanno una funzione e ci insegnano a vivere". 

La psicoterapeuta Filliozat ritiene che dietro quello che i genitori chiamano capriccio, dietro a un comportamento bizzarro, esagerato, all'incapacità di concentrarsi o di opposizione, c'è un'emozione bloccata, un bisogno nascosto, il messaggio che nostro figlio ci sta mandando. "Dietro i capricci ci sono domande, bisogni, richieste di aiuto; quando non vengono riconosciuti, il bambino sente che nessuno lo ascolta".

Ma come aiutarlo a gestire le emozioni che ha dentro di sè?

  • "Bisogna sempre lasciarlo esprimere, stargli accanto senza tentare di calmarlo mentre si sfoga, perchè piangere, gridare e tremare sono il suo modo di manifestare la sofferenza. Fidatevi di lui. Se sapete essere presenti e stargli vicino mentre piange, alle lacrime seguirà il rilassamento". Quando è più grande e capace di parlare, la prima cosa da fare è ascoltare le sue emozioni e prenderle sul serio, provare a guardare con i suoi occhi e ascoltare con le sue orecchie. Non chiedergli il perchè del suo comportamento o della sua reazione, spesso non ne è cosciente, e non sà spiegarlo con le parole. Chiedendogli invece "Che cosa ti rattrista?" o "Di cosa hai paura?" lo aiutiamo a trovare le informazioni che gli mancano e a chiarire la situazione.

Quando nostro figlio è arrabbiato, impaurito o triste non dobbiamo ignorarli o obbligarli a reprimere queste emozioni con frasi come "i bambini devono essere coraggiosi e non devono aver paura" o "le bambine piangono, non i maschietti"... ma dobbiamo accogliere la loro emozione, il solo fatto di sentirsi ascoltati nella propria emozione calmerà più efficacemente di qualsiasi parola detta per tranquillizzare.

Quando il nostro bambino è in collera con noi per avergli posto dei limiti, proietta sull'adulto il dolore della privazione. Se siamo capaci di accoglierela sua emozione, il bambino riesce a tollerare la sua rabbia senza sentirsi cattivo. 

Piangere, gridare, tremare sono un rimedio alle inevitabili tensioni della vita... l'emozione permette di riprendersi dopo una ferita.

  • E' parimenti importante ascoltare i nostri bisogni, le nostre emozioni. "Quando le nostre emozioni infantili restano represse, non possiamo cogliere la realtà dei bisogni di nostro figlio". Occorre guarire i nostri vecchi traumi per poter lasciar vivere i nostri figli secondo il loro ritmo.

Però attenzione considerare importanti i suoi bisogni non significa permettergli tutto o soddisfare ogni sua richiesta, ma saper mostrare le nostre emozioni senza farlo dubitare del nostro amore.

Ecco i consigli della dottoressa Martinez per affrontare questo tipo di situazioni

1) Tranquillizzarci tutti

La prima cosa da fare è non reagire con il nostro cervello più primitivo (gridando, punendo...), ma tranquillizzarci tutti, sia il bambino sia l'adulto; per esempio prendendo le distanze in una stanza o un angolo della calma, uno spazio dove genitori e figli possano rilassarsi con ciò che a loro più congeniale, ascoltando musica, cucinando, leggendo un racconto, facendo esercizi di respirazione... Qualcuno potrebbe pensare che in questo modo il bambino che abbia picchiato suo fratello o alzato la voce si senta premiato, ma non è assolutamente così. E' un modo di insegnare al bambino che non si deve agire o prendere decisioni "a caldo".

2) Contatto fisico e amore

Il contatto fisico, per esempio un abbraccio sincero o prendergli le mani, solitamente aiuta molto i bambini in momenti di massima tenzsione. Però c'è anche chi preferisce che nessuno lo tocchi quando sono arrabbiati, e bisogna rispettarlo.

"Un esercizio che sempre raccomando di fare in famiglia è parlare con naturalezza di cosa vorrebbero che l'altro facesse per loro quando si arrabbiano o sono tristi. Conoscere in anticipo le preferenze dei nostri figli in quei momenti può aiutare molto.

3) Trovare soluzioni

Una volta calmati, dobbiamo cercare la soluzione all'accaduto. Non si tratta di trovare i colpevoli o sottolineare gli erroi commessi dal bambino, ma considerarli un'opportunità di crescita. E' importante empatizzare con il bambino e dirgli che capiamo la sua emozione. Per esempio: "capisco che ti sia arrabbiato quando il tuo amico ti ha tolto il gioco dalle mani". Tuttavia bisogna anche fargli capire che questo non giustifica l'aggressione al suo amico, e pertanto deve trovare il modo di rimediare all'errore. I genitori possono aiutarlo facendogli delle domande, quali "Secondo te cosa potrebbe far star meglio il tuo amico dopo ciò che è successo?", ma se non dovesse rispondere potrebbero dare dei suggerimenti ("cosa ne pensi se ...?"), lasciando che sia lui a scegliere la strada da seguire.

4) Anticipare le situazioni

E per ultimo, raccomando sempre di anticipare le situazioni: i genitori sanno che cosa infastidisce i nostri figli o li fanno arrabbiare, pertanto può aiutare molto anticipare loro un evento prima che accada, affinchè essi stessi trovino il modo di porre rimedio alla situazione prima che si verifichi.

Per esempio, se sappiamo che nostro figlio si arrabbia molto al momento di andar via dal parco, potremmo dirgli "so che ti arrabbi quando dobbiamo rientrare a casa, ma sappi che se andiamo al parco poi bisognerà rientrare. Potremmo fare qualcosa per evitare che quel momento ti faccia arrabbiare?". Una strategia che funziona molto bene è introdurre il gioco in questi momenti delicati, come per esempio proporre a nostro figlio di arrivare alla macchina o a casa saltellando come canguri, cantanto o raccontando barzellette..


I sensi di colpa non aiuteranno nostro figlio, scegliamo di essere genitori responsabili. Il mestiere di genitori è veramente difficile, addirittura impossibili secondo Frerud, poichè ci pone di fronte a noi stessi, ai nostri limiti, ci ripropone dolori che ancora non abbiamo superato. 

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